[cmsms_row data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_overlay_opacity=”50″ data_color_overlay=”#000000″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_bg_color=”#ffffff” data_color=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsms_column data_width=”1/1″][cmsms_image align=”center” animation_delay=”0″]1115|https://pierstefanodurantini.it/wp-content/uploads/2018/07/8-IRA_0596FotovoltaicoBracciano.jpg|full[/cmsms_image][cmsms_text animation_delay=”0″]
Secondo i dati forniti dal recente rapporto “Renewable Energy and Jobs” redatto dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), nel 2017 il settore delle energie rinnovabili (Idroelettrico, Solare Fotovoltaico, Biomasse, Eolico, Solare Termico e Geotermico) ha interessato 10,3 milioni di lavoratori in tutto il mondo con una crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente. Solo nel comparto dell’energia solare si registra l’impiego di 3,4 milioni di occupati. In Italia si è appena insediato un nuovo governo e un nuovo Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico sarebbe il caso che riflettesse attentamente su questi dati.
©2018 Pierstefano Durantini
[/cmsms_text][/cmsms_column][/cmsms_row]