[cmsms_row data_padding_bottom=”50″ data_padding_top=”0″ data_overlay_opacity=”50″ data_color_overlay=”#000000″ data_bg_parallax_ratio=”0.5″ data_bg_size=”cover” data_bg_attachment=”scroll” data_bg_repeat=”no-repeat” data_bg_position=”top center” data_bg_color=”#ffffff” data_color=”default” data_padding_right=”3″ data_padding_left=”3″ data_width=”boxed”][cmsms_column data_width=”1/1″][cmsms_image align=”none” animation_delay=”0″]65|https://pierstefanodurantini.it/wp-content/uploads/2018/03/4-IRA_0509GiocodAzzardo-580×386.jpg|project-masonry-thumb[/cmsms_image][cmsms_text animation_delay=”0″]
378mila macchinette da gioco sparse sul territorio nazionale, una ogni 155 abitanti. 95 miliardi di euro spesi dagli italiani nel 2016, il doppio del 2008 (47,5 miliardi di euro), oltre 1500 euro a cittadino (compresi neonati, centenari e chi non gioca). Il settore giochi vale il 4,4% del PIL del nostro Paese e infatti lo Stato ci guadagna (circa il 12%). E i costi sociali? Le statistiche sulla ludopatia indicano i giocatori patologici in circa un milione di persone, che con il loro insano e irresponsabile comportamento mettono a rischio il bilancio familiare. Allora perché i Sindaci del comprensorio sabatino non emulano certi loro colleghi del Nord, provando a combattere queste macchinette infernali incentivando i gestori di bar e tabaccherie a dismetterle, magari con sconti su IMU, TASI e TARI? Chi se la sente di raccogliere la sfida?
©2017 Pierstefano Durantini
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