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Incontro Nazionale della campagna BILANCI di GIUSTIZIA – Roverè (Verona) 29 agosto – 1 settembre 2013.
Sono trascorsi venti anni dalla nascita della Campagna Bilanci di Giustizia, lanciata nel 1993 a Verona dai Beati Costruttori di Pace. In tale arco di tempo, oltre 1500 famiglie e singoli di tutta Italia hanno aderito e partecipato a questo stimolante percorso, rivedendo i propri consumi attraverso criteri di giustizia verso l’uomo e l’ambiente, che recentemente con una certa fatica, lo ospita.
Tutto nacque da un incontro dal titolo: “Quando l’economia uccide, bisogna cambiare”. Essi avevano compreso, già da quei tempi, che l’attuale sistema economico è un sistema di morte, con effetti apocalittici verso il pianeta e il Sud del mondo, sempre più povero e martoriato. In queste due decadi gli aderenti hanno monitorato, attraverso l’uso di una scheda mensile, i propri consumi e i propri risparmi cercando di spostarli verso acquisti e gestori eticamente più accettabili, rifiutando lo sfruttamento, sia dei propri simili sia della madre terra. In questi vent’anni hanno confrontato i propri bilanci con i dati Istat delle famiglie italiane, documentando che è possibile liberarsi dalla costrizione del consumismo, attraverso un nuovo stile di vita, fondato sulla semplicità, sulla sobrietà e sulla responsabilità.
A fine agosto si sono ritrovati li dove tutto ebbe inizio, o quasi. Infatti il loro incontro nazionale si è svolto a Roverè Veronese, a poche decine di km dall’Arena di Verona, che li ospitò nel lontano 1993.
Assistere a un incontro dei Bilanci di Giustizia è estremamente bello e stimolante. Confrontarsi coi bilancisti arricchisce, infatti si riesce a toccare con mano l’armonia di un diverso e più giusto stile di vita: famiglie numerose, tanti bambini e ragazzi, semplicità, serenità, buone pratiche e tanto saper fare. Si ha l’impressione di avere di fronte il meglio dell’Italia, quella che troppo spesso e in maniera colpevole i media non ci fanno vedere.
Questa tre giorni è cominciata con un collegamento telefonico con Don Albino Bizzotto, dal 16 agosto in sciopero della fame per la terra e il territorio. Egli ha spiegato ai partecipanti che lo scorso 20 agosto l’uomo ha consumato le risorse disponibili per il 2013 e quindi ora il pianeta si sta depauperando, coi nostri comportamenti ottusi ed egoisti ci stiamo mangiando il futuro. Per Don Albino bisogna attirare l’attenzione di tutti, non solo dei governanti, affinché si agisca quanto prima per invertire l’insostenibile rotta intrapresa.
Si è proseguito ripercorrendo questi venti anni di attività attraverso le toccanti testimonianze di quattro aderenti: Andrea Saroldi del gruppo di Torino, Alberto Bonacina del gruppo di Bergamo, Antonella Valer di quello di Trento e Alberto Degan, laico all’epoca dell’inizio dei Bilanci, ora divenuto religioso e da poco rientrato da una missione in Africa. Essi hanno ricordato il loro avvicinamento alla Campagna e le loro tante e preziose esperienze, passando dal concetto di ben-vivere al ben-convivere, dal bilancio come strumento alla rete di famiglie, dall’importanza dei diritti collettivi al cambiamento di stile di vita, che è naturale e possibile, ma soprattutto ne vale la pena, perché ci fa sentire meglio, più felici.
Poi i partecipanti si sono divisi in quattro sottogruppi, ove ciascuno ha portato un oggetto simbolico che gli ha dato la Campagna, un oggetto che ha lasciato grazie alla sua esperienza bilancista e un oggetto che rappresenta ciò che vorrebbe in futuro dalla Campagna. Quindi, seguiti dai facilitatori di gruppo, hanno svolto un lavoro sul passato, poi sull’evoluzione, sulla crescita di ciascuno e quindi sul futuro prossimo.
Naturalmente non sono mancati i famosi laboratori teorico-pratici autogestiti, svoltisi in due pomeriggi, ce n’erano per tutti i gusti, ecco qualche titolo: Saponi e Detergenti, Come vivono la solidarietà i Gruppi di Acquisto Solidale, Piante officinali, Dall’allarme all’azione il modello Lennart Parknas, Camminate nei boschi, Lavorare col telaio, Costruire un forno solare, Preparare biglietti d’auguri di rifiuto, La casa di fango e paglia, Correre è bello.
C’è poi stato l’intervento telefonico del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini, che conosce bene la Campagna Bilanci di Giustizia, perché l’ha studiata quando era presidente dell’Istat e ha scritto la prefazione al secondo libro su di essa: Prove di felicità quotidiana – istruzioni per l’uso.
Egli ha spiegato che non bisogna considerare solo il Prodotto Interno Lordo come indicatore, ma che esso andrebbe superato in favore del nuovo BES – Benessere Equo Sostenibile e che è quindi necessario ripensare l’attuale modello di sviluppo. Da questo punto di vista, il Ministro ha detto che guarda all’esperienza bilancista come qualcosa di assolutamente praticabile e replicabile. A tal proposito dalla platea sono state poste domande e proposte molto concrete a Giovannini, sia sullo stimolo ai comportamenti virtuosi per i cittadini all’insegna della sobrietà, che sul terzo settore.
Durante un’assemblea plenaria la professoressa universitaria Antonia de Vita, che ha seguito e osservato tutto l’incontro da studiosa di certe tematiche, ha sintetizzato l’esperienza bilancista come una sorta di scuola che genera cittadini maturi, consci delle loro responsabilità e dei loro doveri. Nel dibattito che ne è seguito Gianni Fazzini, coordinatore nazionale della Campagna Bilanci dal 1993, ha detto che egli si sente in compagnia di testimoni di sete di giustizia. Per lui la giustizia è come l’acqua e bisogna impegnarsi a mantenere viva questa sete. Il seme lanciato in questi vent’anni dalla Campagna è piccolo, ma ha una grandissima energia, può divenire una valanga. In un’Italia che rischia di vivere, ma soprattutto di sopravvivere, nella superficialità, l’esperienza dei Bilanci di Giustizia è un’indicazione, come ha detto recentemente anche il papa, ad andare controcorrente, cioè nel profondo per cercare le cause dell’ingiustizia nei rapporti Nord-Sud, dello sfruttamento del Pianeta e degli esseri umani, modificando i propri comportamenti quotidiani e avendo cura delle relazioni tra di noi, importanti e preziosissime.
Sulla stessa lunghezza d’onda è stato l’intervento telefonico dell’ultima serata e affidato a Padre Alex Zanotelli che, nel suo lungo peregrinare tra le più disparate periferie del mondo, ha capito che non è l’economia il male, bensì la finanza e le sue degenerazioni. E allora ha stimolato tutti ad andare ben oltre il coraggio, secondo lui è giunto il tempo di essere temerari. Ha quindi fornito pure qualche indicazione, invitando la gente a togliere i soldi dalle banche, spiegando anche il motivo alle banche stesse, perché tali istituti non sono trasparenti sugli impieghi e troppo spesso, se non sempre, questi sono immorali.
Insomma questi tre giorni dell’Incontro Nazionale della Campagna Bilanci di Giustizia rendono chiaro e comprensibile che esiste un diverso stile di vita, più sobrio e più giusto. Del resto i grandi cambiamenti cominciano sempre con i piccoli passi, come bere l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia, usare i mezzi pubblici o la bicicletta al posto dell’automobile, affidarsi all’autoproduzione, al riciclo, al riuso, al consumare in maniera critica e responsabile, sostenendo il commercio equo e solidale e i prodotti a km zero, meglio se biologici, all’aver cura delle relazioni personali con gli altri. L’esempio di queste decine di famiglie aderenti alla campagna e incontrate a Roverè fa comprendere bene, non solo che un mondo diverso è possibile e necessario, ma che per loro esiste già da vent’anni.
© 2013 Piestefano Durantini
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