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In questi giorni di profondo tracollo dell’etica pubblica italiana, c’è una notizia passata in secondo piano che merita però maggiore attenzione.
Lo scorso 26 gennaio durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, illustrando un accordo con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria teso a contrastare l’utilizzo in pubblicità di immagini volgari e offensive della dignità femminile, ha detto: «…grazie a questo Protocollo d’intesa il Ministero per le Pari Opportunità, cioè l’amministrazione preposta a vigilare sulle politiche femminili nel nostro Paese potrà chiedere il ritiro di una pubblicità, per la carta stampata o la televisione, che svilisca l’immagine della donna o sia apertamente violenta o sessista – ha poi aggiunto – i mezzi di comunicazione e il marketing possono avere un ruolo importante nella lotta contro gli stereotipi di genere, sono preziosi alleati per valorizzare la figura femminile nella sua complessità e molteplicità e dare un’immagine corretta del ruolo delle donne nella società.»
La prima reazione a queste giuste parole è di compiacimento, ma subito dopo sorge spontanea una riflessione, perché c’è qualcosa che non torna e non si tratta solamente del fatto che il Ministro Carfagna fa parte di un Governo, il cui Presidente del Consiglio ha una concezione del ruolo delle donne e del modo di relazionarsi con loro a dir poco discutibile. Bensì del fatto che la Ministra stessa è stata, in un recente passato, uno di quegli esempi di svilimento dell’immagine femminile quando faceva la soubrette e soprattutto quando posò senza veli, ammiccante e sexy, per un calendario per camionisti.
Certamente lo stile di vita di Mara Carfagna è profondamente mutato in questi ultimi anni, però certe lodevoli iniziative appaiono quantomeno poco credibili, vista la fonte. Inoltre ci danno la misura di quanto l’ipocrisia e la doppia morale (pubblica/privata) abbondino e inquinino questo nostro povero Paese nel pieno di un disastro morale senza precedenti.
©2011 Pierstefano Durantini
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