Proseguiamo il nostro viaggio all’interno dell’associazione de I Maratonabili, incontrando i genitori di Giulia Ferrero.

Ciao Patrizia e Roberto, sono alcuni anni che incontro voi e Giulia durante le gare de I Maratonabili, però so poco di voi, raccontateci qualcosa sulla vostra famiglia e soprattutto su vostra figlia.

Viviamo a Torino, io – racconta Patrizia – lavoravo in uno studio di progettazione e consulenza, occupandomi della parte amministrativa, ma quando è nata Giulia ho deciso di rimanere a casa per seguirla. Mio marito Roberto era un dirigente Fiat nel settore immobiliare e nel 2020 ha avuto la fortuna di andare in pensione.

Giulia è nata nel giugno 1994 e la sua disabilità è dovuta a un virus contratto in gravidanza e che ha provocato danni neuro cerebrali. Il suo percorso scolastico è stato molto fortunato, perché ha sempre trovato insegnanti meravigliose sia al nido che all’asilo, poi alle elementari ha conosciuto la sua insegnante di sostegno, una sorta di sua seconda mamma, che l’ha seguita per i cinque anni delle elementari e poi ha chiesto di accompagnarla anche per cinque anni alle medie. Nei due anni di scuola superiore non è stata così fortunata nell’avere abbastanza ore di sostegno e insegnanti altrettanto adeguati alla sua integrazione. Da circa dieci anni frequenta un centro diurno in cui svolge diverse attività di laboratorio come la musicoterapia e la danza in carrozzina.

Giulia – dice Roberto – ha un carattere estremamente solare, ogni mattina si sveglia con il sorriso ed è raro sentirla piangere. Socializza immediatamente con chi le sta attorno ed è sufficiente rivolgersi a lei con tono gentile per ottenere la sua attenzione. Ha un’adorazione per i nonni, anche se li vede poco perché abitano in Liguria.

 Le piace tutto ciò che è “movimento” come la danza in carrozzina, correre, andare sulle giostre o a passeggio. Non è molto paziente e quindi se si fa una passeggiata non ci si deve fermare troppo a guardare le vetrine perché si innervosisce subito. Ma questo forse l’avevate già capito (ridono n.d.r.).

Come e quando avete conosciuto i Maratonabili? E perché avete deciso di aderire?

Abbiamo conosciuto i Maratonabili a maggio del 2018 grazie a Maurizio Sibona, che è il tecnico ortopedico di Giulia da 25 anni e conoscendola era sicuro che Giulia sarebbe stata felice di correre e anche noi non avevamo dubbi.

Raccontateci la prima gara di Giulia da Maratonabile, quali sensazioni ed emozioni avete provato? E lei come l’ha vissuta?

La prima gara si è svolta a Torino, La Maratona Reale e Giulia ha riso dall’inizio alla fine urlando di gioia. La cosa che l’ha disturbata, e ce lo ha fatto capire molto bene, è stato il caschetto da indossare in testa, da allora non l’ha più messo. Per noi ovviamente è stata una gioia vederla così felice in un momento tutto suo, senza la “zavorra” dei genitori.

Ogni volta che corriamo con Giulia ho visto che allunga la mano verso chi le corre accanto e si fa un sacco di risate. È bella questa sua voglia di un contatto fisico.

Si, Giulia cerca la mano di chi le sta vicino, perché è un suo modo di esprimere il sentimento della felicità che ha in quel momento. Oltre al contatto della mano cerca anche il contatto visivo, che è un traguardo che ha raggiunto solo da alcuni anni.

Siamo appena stati tutti assieme a Nizza per una trasferta europea in questa splendida mezza maratona francese. Che emozioni avete vissuto? E Giulia?

La mezza maratona di Nizza è stata un’esperienza molto bella e diversa dalle solite. Penso al viaggio in pullman tutti insieme e che speriamo si possa ripetere. A Giulia è piaciuto moltissimo, è sempre stata molto attenta e divertita delle operazioni di salita e discesa dal bus con la piattaforma elettrica. Anche per noi il viaggio è risultato piacevole e ci ha dato modo di parlare con persone che normalmente vedi solo per la gara con tempi troppo stretti.

Essendo uno spingitore mi ha sempre colpito tanto e lusingato profondamente la fiducia che voi genitori riponete in noi, affidandoci i vostri figli durante quei 10 o 21 km e di questo vi ringrazio, ma voi come vivete le gare di vostra figlia? Cosa provate quando la vedete arrivare con questa banda di corridori colorati?

Riponiamo la nostra fiducia in voi perché, pur non conoscendo sempre tutti, pensiamo che chi si offre volontario e mette le sue gambe e la sua passione al servizio di chi ha un impedimento possa essere degno di questa fiducia.

Come vedete Giulia quando c’è una corsa coi Maratonabili?

Giulia non comprende la competizione, ma capisce che andrà a fare una gara solo nel momento in cui riconosce alcuni spingitori e vede la carrozzina da gara, quella a tre ruote.

Chi sono per voi I Maratonabili?

I Maratonabili sono un gruppo di persone che hanno un grande cuore e che ora noi definiamo “famiglia Maratonabile”. Ci hanno dato l’opportunità di far trascorrere ai nostri ragazzi e di conseguenza alle loro famiglie dei momenti spensierati, emozionanti, felici.

Grazie Patrizia e Roberto, un abbraccio a Giulia, alla prossima corsa.

 

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